mercoledì 13 novembre 2013

Passione vinile...

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Passione vinile.... clicca sull'immagine.
Still alive, il vinile è di nuovo sulla cresta dell’onda.
Sopravvissuto alle cassette e all’avvento dei Cd e di tutta la tecnologia digitale, il vinile è sicuramente ancorato a un pubblico di nicchia. Ma proprio per questo appassionato.
Un miracolo che i lavoratori del settore considerano senza limiti.
“Vent’ anni fa – dice Bob Bailey, consulente – mi avevano detto di cercarmi un altro lavoro perché i dischi in vinile sarebbero spartiti, rimpiazzati dai Cd. Lavoro ancora nello stesso settore. La prduzione è già pianificata per i prossimi 15 anni, ma credo che potremo vivere ben piú a lungo”.
La rinascita del vinile si è resa possibile soprattutto grazie ai gruppi musicali sorti nell’Indie rock, come gli Arctic Monkeys and The Killers.
“Il rilancio del vinile – dice Gennaro Castaldo, direttore di BPI – è avvenuto quando le case discografiche hanno percerpito la promozione dei singoli su disco poteva funzionare. Per i gruppi musicali è stato un forte segno di riconoscimento, che rientra nella mitologia di cui è composto il rock n’ roll”.
Star come Elton John o David Bowie escono ancora con i vinili. Non solo per nostalgia ma soprattutto perché le vendite vanno a gonfie vele.
“Negli ultimi due anni – precisa Dave O’Donnel, manager – le vendite sono raddoppiate. Non solo la nostalgia spinge verso il vintage. Ma anche perché gli appassionati cercano, come per la vecchia scuola della musica hip hop e soul, un suono caldo come quello sprigionato dal disco”.
Nel Regno Unito quest’anno, il vinile piú giovane che mai ha raggiunto nelle vendite quota 500 mila esemplari.

6 commenti:

  1. Ottimo servizio! Mi hai fatto tornare la voglia di comprarne uno di nuova generazione e, tornando indietro di 25 anni, testarlo sull'impianto.
    grazie Totonno.

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  2. Trovo molto imbarazzante questo interesse per il vinile da parte dei media, soprattutto se supportato da sentenze deprecabili quali "La rinascita del vinile si è resa possibile soprattutto grazie ai gruppi musicali sorti nell’Indie rock, come gli Arctic Monkeys and The Killers" (cosa vorrà poi dire Indie rock e perchè due gruppi notissimi e dalle grandi vendite quali i due citati debbano prendervi parte, non riesco proprio a percepirlo). A mio parere il fenomeno del rilancio del vinile, con l'esclusione del campo Dance/Hip Hop, ha origine carbonare che risalgono a 20 anni fa quando alcune etichette allora di nicchia (Drag City, Thrill Jockey, Touch and Go) riproposero questo formato per riaffermare, con risultati alterni, la qualità sonora per gruppi che puntavano molto sulle doti strumentali passate in secondo piano nei decenni precedenti. Il "Robespierre" di questa piccola rivoluzione (meglio dire reazione) sembre essere stato Steve Albini che è stato ingegnere del suono (e spesso produttore) per molti gruppi delle sopracitate etichette. Lo stesso Albini, con i suoi Shellac, antecedeva le uscite in vinile a quelle in CD, optando per i formati di vinile pesante (180 gr o 220gr) per una dinamica sonora migliore (conservo ancora una copia del seminale At Action Park). Poi sarebbero arrivati i tormentoni delle ristampe HQ per tutto lo scibile musicale (anche nelle sue diramazioni più ignote e meno necessarie), il collezionismo musicale, le fiere del vinile e infine le major che, fiutato l'affare, hanno messo le mani anche su questo mercato proponendoci le versioni viniliche anche di star stagionate. Ma allora, in fondo a tutto questo, perchè ascoltare ancora vinile? Data per assodata la tendenza feticistica dei collezionisti con tendenze disposofobiche (dei quali il musicalogo rappresenta solo una variante), dire che il vinile suona meglio del CD non è totalemente corretto come vorrebbero far credere. Vinile e CD hanno una loro storia fatta di alti e bassi; molte versioni in vinile reperibili sul mercato hanno un suono pessimo se confrontato con le omonime verisoni in CD revisionate dopo l'introduzione dei remaster a 20 bit. Per contro, ascoltare soul/RB sulle stampe originali STAX/Motown/Atlantic è una esperienza che rasenta il Paradiso, soprattutto se a seguire si esaminano le prime stampe in CD di fine anni 80 di quei cataloghi. E, di questo passo, potrebbero esaminarsi decine di casi nei quali a prevalere in qualità è l'uno o l'altro formato. Quello che voglio farci passare come un "ritorno alle origini del rock'n'roll" o una "scommessa delle case discografiche sulla qualità" non è altro che l'ennesimo tentativo di raschiamento del fondo per salvare il mercato musicale agonizzante.

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  3. Ben detto...mi vengono in mente molti concetti espressi da Zygmunt Baumanda nel libro Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi...che consiglio! A prescindere dal sistema consumistico che ci attanaglia e spesso inconsapevolmente ci rende vittime. Mi auguro che almeno questo sistema di ritorno al supporto riproponga qualche soldo in più agli artisti. Se si pensa che in streaming una canzone ascoltata un milione di volte porta nelle tasche di un artista 16,89 dollari...

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  4. Inserisco il commento dl mio amico da una vita Enzo De....ke ha avuto difficoltà ad inserirlo di persona:
    Siamo sempre e solo noi le vittime del mercato.
    Il giradischi ha ragione di esistere per le sole
    care e numerose copie che abbiamo nei nostri scaffali,
    con una qualità che spazia in un range ristretto rispetto
    alla produzione di cd, che, grazie a James Guthrie ,
    Alan Parsons, Decca con i suoi Legends eThe Originals
    oltre ad altre iniziative, ci hanno regalato, a noi ostinati analogisti,
    serie considerazioni sulla qualità del digitale.

    E che dire dell'alta definizione digitale quale i Dvd Audio ed i Sacd
    (oggi si vedono in circolazione addirittura Blu Ray Audio).
    Eppure un'opera nuova viene pubblicata in cd e vinile,
    ma non in dvd audio o sacd.
    Vi assicuro che il range qualitativo si allarga notevolmente,
    purtroppo le case discografiche non si adeguano perchè la domanda,
    in considerevole modo anche dei giovani, è sul vinile, per chissà quale mistero.

    Il mio motto è "diffondi la musica", in qualsiasi modo avvenga,
    ma facciamo attenzione al digitale che, se utilizzato coscientemente,
    può riservarci un piacevole futuro.

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  5. a proposito:
    Diventare un disco
    And Vinyly è un servizio dal sito Internet vagamente macabro che promette di trasformare le ceneri dei defunti in dischi di vinile.

    Le ceneri vengono pressate ed entrano a far parte dei dischi, che possono essere incisi con la voce del defunto, il quale ha così la possibilità di lasciare un messaggio, il proprio testamento o via di seguito, ma qualunque traccia audio va bene (fino a un massimo di 12 minuti per lato).

    And Vinyly richiede 3.000 sterline (quasi 3.600 euro) per la creazione di 30 dischi.

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  6. se compri il vinile nuovo, ti danno anche la signorina della foto? a parte scherzi Bluessuria è sempre sul pezzo e con grande gusto estetico. Resisti Antonio!

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