Lo aspettavamo un disco come The Blessing And The Curse di Lance Canales con vibranti contenuti, grande musica e un corpo solido. La voce di Canales come pochi, ricorda molto il primo Mark Lanegan acustico da solista, interpreta trame di blues e la grande tradizione roots americana sfumando con personalità tra chitarre acustiche adesso dal tiro intenso come la travolgente "California Or Bust" o a dettare il tempo come nella bellissima cover "The Deportee Song" (ripresa da una poesia di Woody Guthrie, ispirato ai fatti di un incidente aereo del 1948 a Los Gatos Canyon in cui morirono quattro americani, i membri dell'equipaggio, immediatamente identificati rispetto ai ventotto braccianti messicani che vennero invece segnalati semplicemente come deportati). Lo spirito blues di Lance Canales aleggia in tutto il lavoro tra il blues pieno di "Cold Dark Hole" e la cover "Death Got No Mercy" (molto vicina a quella di Lanegan). L'album appartiene alla texana Music Roads curata da Jimmy LaFave, ivi alla produzione, e in Italia è distribuito dalla IRD. Da segnalare ospiti di spessore come Ray Bonneville (molto seguito da Bluessuria), Joel Rafael e Eliza Gylkison. Un debutto con i fiocchi per un lavoro che entra di rigore tra le migliori pubblicazioni dell'anno.
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