venerdì 10 settembre 2010

Blues Made In Italy: Warm Gun

Si può ormai affermare con decisione di aver superato per il blues made in Italy quella soglia di omonimia un po' critica, che ha da sempre messo in discussione la qualità della musica nostrana. Questo  nell’ultimo decennio grazie al contributo fondamentale, e recente, di gente come Angelo Leadbelly Rossi, Mario Insenga, Max De Bernardi, Lino Muoio, Paolo Terlingo, Francesco Piu, Mandolin’ Brothers, Max Prandi e molti altri, che sicuramente dimentico, e magari non hanno nulla da invidiare ai gettonati (importati) musicisti di blues made in Usa, che volentieri e mascherati si presentano ai ns pseudo festival di blues. Si possono aggiungere con convinzione i WarmGun, il duo casertano rappresentato da Freddy Ghidelli, chitarre, e Max Pieri, voce stomp box e basso, uno che ci ha creduto davvero fino in fondo. Il loro album “Virus Blues” [Buffalo Bounce 2010] concretizza una formula variegata di un sano down home blues con influenze ben mescolate, di swing e jazz, che sanno di buono e di genuino. Ascoltare per credere nell’invitante mucchio di brani come “Climbing”, con l’azzeccata partecipazione del violinista Edo Notarloberti, o la presa di “One Hundred Bullets” con lo zampino al mandolino di Lino Muoio. Quanto basta per convincerci che potremmo stare sulle colline del Mississippi, ma invece siamo al Reale Belvedere di San Leucio.
La foto - Italian Rootsway Cruise - VI Rootsway Roots'n'Blues & Food Festival (Boretto, RE - 2010)

1 commento:

  1. Da approfondire!
    Ciò che il federalismo divide, la musica può unire! Alla faccia dei bossiani.

    dinan

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