Eppur qualcosa si muove e un talento come Kelly Joe Phelps non poteva essere dimenticato. Le sue prime attività musicali risalgono a quando era un bassista jazz, esperienza da cui ha tratto l'intensità tipica di maestri come John Coltrane, Ornette Coleman e Miles Davis. Attitudine rigorosamente applicata alla natura modestissima di blues crudi e ancestrali, natura che ha trasformato Kelly Joe Phelps in uno dei più credibili interpreti di blues dello scorso decennio. Abbandonato ultimamente a lavori un po' mosci e avvitati su se stessi, a dir poco anonimi, Phelps torna con un nuovo album "Brother Sinner and The Whale". Ancora semplice chitarra acustica e slide, nel tipico stile del Delta blues, e Kelly Joe Phelps sa dimostrare di creare atmosfere straordinariamente evocative, accompagnato da un suono scarno ma carico di una tecnica (inappuntabile fingerpiking) espressiva di rara reperibilità (provate a recuperare "Slingshot professionals” 2003, prodotto da Lee Townsend e in cui vi compaiano Bill Frisell e Petra Haden -figlia di quel Charlie ma non è inferiore e interessante tutta la precedente produzione). Non è seconda la sua voce.
Proviamo ad ascoltarlo in due estratti da "Brother Sinner and The Whale":
Bel disco, tra l'altro tutto incentrato su temi biblici, forse segno di una ricerca spirituale.
RispondiEliminaKJP torna a suonare slide cosa che su disco non faceva da anni.