venerdì 10 agosto 2007

FERRONI E BOTERO

Ieri sera siamo giunti al palazzo reale per vedere principalmente la mostra di Botero…entrando invece ci siamo imbattuti tra le opere di Gianfranco Ferroni, artista di origine toscana che ignoravamo totalmente…colpa grave. Entriamo nel suo mondo attraverso dipinti ad olio, pastelli, acqueforti e puntesecche, un mondo fatto di cose d’uso comune, di interni dall’equilibrio armonico, da nature morte dove la luce regna, snodandosi fra oggetti che divengono metafora della mente umana, dei suoi pensieri, invasi di ombre, fantasmi, idee…e ancora stanze vuote, spazi in movimento riflessi in uno specchio, gabinetti mistici abbagliati d'ombra, minuscole pieghe e tratti candidi che costituiscono la caduta d'una tovaglia, i tratti di metropolitana, personaggi inquietanti …il cieco di corso Garibaldi e altri angoscianti ritratti. La tecnica mista su cartone, minuziosi dettagli a matita riempiti alla perfezione…Sconcertante.
Proseguire per la mostra attraverso i lavori di Botero è stato quasi asettico, e ad un tratto le sue 150 opere, zeppe di forme cresciute, mi sono apparse come sterili e inanimate. Sensazione di vuoto avvertita fino alla serie dedicata alle torture dei militari Usa nel carcere iracheno di Abu Ghraib in cui si è risvegliata appena l’emozione per la sua arte.
http://www.depart.it/view/author.asp?ID_AUTHOR=13&ID_SECTION=1

2 commenti:

  1. Eravamo lì per gli ormai familiari personaggi tondi e simpatici...ma abbiamo capito subito che era Ferroni il vero protagonista: siamo stati a capire le sue opere per un'ora, mentre abbiamo guardato le immagini di Botero in un quarto d'ora! Personalmente ho trovato le opere del toscano un pò forti e troppo tristi, ma di sicuro di gran lunga superiori a quelle del colombiano.

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  2. Ferroni: tecnica e patos.
    Botero: colori e bambolotti.

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